Approdo o naufragio?

Fabrizia Ranelletti
(Storico e Critico d'Arte)

Elaborazioni materiche, archetipi di nuovi germi vitali. Linee di forza celate o rese al nudo della loro verità, cruda e assoluta. Vortici e torsioni vibranti di sofferte drammaturgie. I piani di rappresentazione scelti, nella maggior parte dei casi, partono da linee orizzontali per approdare a strutture tridimensionali.
Le tecniche artistiche utilizzate spaziano dalle modellature in bronzo ed in cera, alle applicazioni in alluminio e legno, dalle pitture alle installazioni. Il mistero dell'animo umano profondamente indagato ed espresso attraverso “ascoltabili e palpabili” forme sofferte, intrise di indomabili energie. La centralità del moto centripeto è una presenza costante nell'opera di Alessandro Di Cola con valenza di rigenerazione. Una linea mai spezzata sempre attiva, anche nel caso fosse soltanto intuita, dona continuità con il suo moto spiraliforme in grado di catturare tutte le energie ed assorbirle, strutturalmente, all'interno del globale assetto compositivo.
Le maschere, strumenti di negazione, protezione, inganno, o anche, più semplicemente, giochi. Allegoria di ognuno di noi, la maschera assume per l'artista, nella maggior parte dei casi, un valore sinistro tale è lo sforzo compiuto per l'uniformazione necessaria al raggiungimento del modello “giusto” per la scalata sociale, vincente ma annientante. Simbolo di timore che ha radici profonde, legato imprescindibilmente alla lotta per l'esistenza.
Essere o apparire? Dubbio filosofico largamente analizzato ed abusato, ma mai risolto. Il mondo interiore del Nostro osserva la donna mitizzandola, proiettando su di essa memorie, desideri e timori. La distanza così creata viene colmata da un linguaggio di espressioni adattato ad un mondo di sensazioni, in armonia con l'intento originario in bilico tra fisicità e concetto. Le forme prendono possesso di uno spazio passionale con evoluzioni estatiche, talvolta tormentate e straziate, ponendo limiti che giocano sul dubbio e sulla mutabilità.
Brandelli, frammenti di corpi arcuati e volteggianti per il raggiungimento della sublimazione, risucchiati da forze magnetiche formate dai pensieri e dai comportamenti dell'Uomo che scandiscono e, contemporaneamente, irretiscono il ritmo interno della raffigurazione.
C'è un'entità perseverante in tutta l'opera di Alessandro, si tratta di una Mano, una Mano salvatrice, punto di equilibrio e simbolo regolatore delle numerose, contrastanti energie emotive. La riflessione ha in sé una valenza generatrice, nonché di speranza. Appendice di un gesto amplificato regna con una forza magnetica enfatizzando lo spazio, trattenendo, afferrando, sorreggendo ogni cosa si trovi sul suo percorso.
Approdo o naufragio?

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